Gli attacchi di panico, o più comunemente le crisi di panico, sono episodi di improvvisa ed intensa paura accompagnati da sintomi somatici e cognitivi quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.
Con la paura degli attacchi di panico diventa ansiogeno e difficile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via. Evitare le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del panico e costringendo anche i familiari a doversi adattarsi di conseguenza.
In fase di analisi vengono considerati i seguenti elementi:
Componente fisica
In questa fase sui procede all'analisi della componente neurovegetativa.
Il corpo reagisce respiro affannoso, palpitazioni, vertigini o giramenti di testa, formicolii ai piedi o alle mani, senso di costrizione o dolore al torace, sensazione di soffocamento o mancanza d’aria, sentirsi svenire, sudorazione, tremori, vampate di caldo o di freddo, bocca secca, nausea o nodo allo stomaco, debolezza delle gambe, visione annebbiata, tensione muscolare.
Componente cognitiva
In questa fase sui procede alla dei pensieri ansiogeni e delle aspettative associate alle situazioni sociali.
"mi gira la testa, adesso perderò i sensi”, “sto per avere un attacco di cuore”, “adesso morirò soffocato/a”, “sto per diventare pazzo/a”, ”sarò in grado di parlare in pubblico senza balbettare?".
Componente comportamentale
In questa fase sui procede alla verifica dei comportamenti messi in atto dal soggetto per evitare ansia o per prevenire conseguenze negative.
La reazione porta la persona ad evitare luoghi affollati, spazi aperti, autobus, treni, spazi chiusi e posti lontani da casa o dove comunque è difficile ottenere aiuto, evitare esercizi fisici, camminare vicino ai muri, mangiare caramelle...